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Cosmetici Made In Italy? Agli italiani non interessa

Cosmetici made in Italy? Secondo l’ultima ricerca della Nielsen agli italiani la provenienza dei prodotti per la bellezza non interessa molto.

Nella ricerca Global Survey of Brand-Origin, condotta da Nielsen nell’aprile 2016, nella quale sono stati intervisti circa 30mila utenti internet in 61 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia, per studiare le preferenze d’acquisto dei consumatori nei confronti dei brand globali (prodotti da società multinazionali che operano in una pluralità di mercati) e dei brand locali (realizzati da una società che opera solo nel suo mercato), è emersa la tendenza dei consumatori italiani a preferiri i marchi internazionali invece di quelli nazionali.

Prendendo in esame infatti il settore dei prodotti per la cura della casa e della persona, risulta che i marchi internazionali sono preferiti nei seguenti settori d’acquisto: cosmetici (51%), deodoranti (48%), shampoo/balsamo (47%), dentifricio (47%), detersivi per lavatrice (45%), pannolini per bambini (44%), lamette e rasoi (44%), detergenti per mani e corpo (42%), detergenti multiuso
per le pulizie della casa (42%). Su scala europea invece prevalgono gli acquirenti che si dichiarano neutrali nell’acquisto di prodotti per la cura della casa (46% UE vs 36% Italia) e per la cura della persona (41% UE vs 31% Italia).

In questo caso sicuramente gli italiani subiscono il fascino del brand internazionale, grazie anche alle grandi campagne marketing e alla distribuzione capillare. In altri settori infatti la scelta è orientata verso i prodotti made in italy: mediamente il 71% degli intervistati nel nostro paese dichiara di scegliere prodotti italiani per frutta, verdura, carne e pesce (+ 7% vs media europea). Lo studio di Nielsen, inoltre, mette a fuoco il vissuto dei consumatori italiani in rapporto all’origine dei marchi. Per quanto riguarda quelli locali, il sentiment è di affidabilità e vicinanza al consumatore. A questo si aggiunge la volontà di supportare le aziende locali, per contribuire all’economia del Paese. Nel caso dei marchi globali, gli intervistati si dichiarano attratti dalle innovazioni offerte dalle multinazionali.

 

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