Siamo entrati nella fase 2, ma per tanti lavoratori del settore beauty è tutto ancora fermo; bonus, aiuti, cassa integrazione in deroga. Anche le date stabilite ci sembrano lontanissime, anche se si potrebbe aprire uno spiraglio già per il 18 Maggio 2020. Eppure c’è chi guarda ancora più lontano, alla fase 3, a cosa succederà nei prossimi sei mesi nel settore del beauty e dell’estetica professionale.
In particolare in questi giorni abbiamo approfittato per studiare uno studio pubblicato da McKinsey, una società di consulenza che si occupa di analizzare i mercati, le tendenze e le best-practice in ogni settore.
Il titolo dell’articolo, non ancora tradotto in italiano, è How Covid-19 is changing the world of beauty, ovvero Come il Covid-19 sta cambiando il mondo del beauty.
L’impatto a lungo termine di COVID-19 sull’industria della bellezza
La scorsa settimana abbiamo già parlato di come stanno reagendo i marchi del beauty a chiusure e spostamenti di molte vendite sugli e-commerce, di come i centri estetici possono riorganizzarsi per le riaperture, ma il fulcro dell’articolo di McKinsey è la visione di alterazioni permanenti per il settore del beauty, cioè cambiamenti che stiamo vivendo ora ma che determineranno lo scenario nei prossimi mesi.
Alcuni cambiamenti derivanti dalla crisi COVID-19 sono probabilmente permanenti. Ecco tre aree in cui la pandemia potrebbe alterare l’industria della bellezza in modi fondamentali:
Continua crescita del digitale
Molto probabilmente la crescita del commercio elettronico, già in aumento nel periodo pre-Covid-19, avrà un’impennata, così come il traffico sui siti web dei marchi del settore e le piattaforme social con possibilità di vendita/acquisto. In tutto il mondo i consumatori dichiarano di star aumentando i loro acquisti online, e i player del settore dovranno dare la priorità ai canali digitali per catturare l’attenzione del cliente e trasformare i visitatori in clienti attivi. Dal punto di vista operativo anche l’uso dell’intelligenza artificiale per le prove prodotto, la ricerca e la personalizzazione dovrà velocemente adeguarsi, poiché le preoccupazioni in materia di sicurezza e igiene hanno interrotto come prima cosa i test dei prodotti e le consulenze face-to-face.
Innovazione e cambiamento
Questo periodo ci ha dimostrato come le nostre abitudini possono cambiare in brevissimo tempo, portando sostanziali cambiamenti nella domanda e nell’offerta. Già prima della pandemia, i marchi erano sotto pressione per rivedere i loro tempi di lavorazione, passando dal concept del prodotto alla vendita in meno di un mese. Ora, la necessità di velocità è ancora maggiore. Per ottenere questa velocità è fondamentale la collaborazione e la condivisione dei dati tra brand e esercizi a contatto con il pubblico, che potrebbero testare subito la risposta dei clienti ai nuovi trend di mercato.
Fusioni, acquisizioni e chiusure
Purtroppo le grandi crisi tendono a affossare le piccole attività che già erano traballanti; questo significa però solitamente una crescita dei competitor diretti e una maggior disponibilità alla collaborazione. Nella crisi si rinforzano le organizzazioni di settore, i sindacati e anche le aggregazioni locali di commercianti. Per questo sarà importante ripartire con il piede giusto, sfruttando tutto questo tempo morto di preparazione per ottimizzare il rientro, innovare e trovare una soluzione per i problemi ai quali non si ha mai tempo da dedicare.